1916 – 1936
LA FONDAZIONE E LA NASCITA DELLE ASSOCIAZIONI

Correva l'anno 1916 quando, nel bel mezzo dalla Grande Guerra, il Card. Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, affidava a don Francesco Rigamonti il grande onere ed enorme onore di creare una nuova parrocchia, di cui si sentiva la necessità, nei quartieri che andavano sorgendo attorno alle fiorenti industrie di Sesto San Giovanni.

Sorretto da Mons. Francesco Petazzi e dal valente collaboratore don Giovanni Merlini, don Francesco poteva inaugurare ed aprire al culto la chiesa nel giorno dell'Immacolata, l'8 dicembre 1916, alla presenza dello stesso Card. Ferrari, che poi con le sue frequenti Visite Pastorali, anche improvvise, continuò a testimoniare negli anni successivi la sua gioia nel vedere crescere l'opera da Lui voluta. I bene informati ricordano che una volta arrivò a dorso di mulo! La chiesa, eretta a parrocchia nel 1920, negli anni successivi andò completandosi: La facciata fu rinnovata nel 1923. Dalla ditta Breda fu donato il pregevole coro ligneo e il pulpito; l'organo Serassi, dono delle famiglie Caiani e Bigani, fu inaugurato nel 1929 con un bel concerto benefico.

 

1931: chiesa di San Giuseppe

 

Di pari passo con l'edificio cresceva anche la comunità: nel 1918 iniziarono le attività dell'oratorio maschile ( quello femminile fu provvisoriamente collocato in via C. Cattaneo, in quanto non c'era ancora l'Istituto Presentazione ), fu poi la volta dell'attività della sezione Buona Stampa e dei primi esordi di una corale. Nel 1921 la prima Compagnia filodrammatica, formata dai primi giovani animosi, iniziò la sua attività; nello stesso anno sorse la prima opera: il Circolo Card. Ferrari, con l'intento di portare una onesta ricreazione, nell'elemento maschile. Fu questa la prima di tante associazioni che negli anni successivi videro la luce: il Reparto Giovani Esploratori (boy-scouts), il Gruppo giovanile di Azione Cattolica, la Conferenza di S.Vincenzo

1923: don Rigamonti con il primo gruppo scout a San Giuseppe

 

C’erano, in quegli anni, tra i molti giovani e adolescenti dell'oratorio, due fanciulli spensierati, che si erigevano con il loro carattere su tutti, sempre allegri e buontemponi; facevano a gara per arrivare primi all'appuntamento con le funzioni in chiesa (ricordiamo che la prima S. Messa, feriale o festiva, era alle 5,30 del mattino), per vestire quella tonaca da chierichetto che nel tempo, ingranditasi con loro, doveva portarli l'uno, Adolfo Bossi, a farsi frate Cappuccino in Brasile, diventando Vescovo e l'altro, Giuseppe Monti, Missionario del Pime, in terra cinese. Durante le vacanze estive, liberi dal seminario, non mancavano mai di tenere in allegria tutta la brigatata oratoriana e tutte le persone anziane che incontravano per strada. Il 19 maggio 1931 venne solennemente inaugurato, alla presenza del Card. Schuster, il campanile, dovuto all'intraprendenza di un apposito comitato: il progetto originale dovette anche essere ridotto nell'altezza per esigenze aeronautiche. Grande festa, l'anno successivo, per l'arrivo delle campane (concerto di sei campane in Do maggiore), fuse dalla ditta Ottolina di Seregno e portate a Sesto con un grandioso corteo. Ma non è possibile continuare il racconto della vita della nostra parrocchia senza prima fermarsi a ricordare la straordinaria figura di colui che in prima persona ne fu l'artefice e l'animatore, con il suo ministero, la sua parola, le sue virtù e le sue opere, offrendo uno spettacolo edificante di identità con Cristo: don Francesco.

 

1932: corteo che segue l'arrivo delle campane

 

Le prime suore dell'Istituto Presentazione così ricordano: " Don Francesco Rigamonti fu davvero il Buon Pastore; dignitoso sempre, dovunque e con tutti, attirava al bene col suo esempio, col suo tratto paterno e col suo cuore generoso; la gioventù e i piccoli lo amavano tanto, ed egli passava le sue più belle ore nell'oratorio femminile, con le nostre, o meglio, con le sue figliole (le aveva battezzate tutte lui), e rideva e godeva del loro riso, della loro gioia". Non esistevano allora i "Consigli parrocchiali", ma c'era la "Giunta" composta dai Presidenti di tutte le Associazioni. Una volta al mese si riuniva in casa del Parroco, che se ne stava seduto al tavolo con loro, li scoltava, e così si discuteva sulle attività da svolgere. Alla fine interveniva, armonizzando desideri e necessità, e dava il via al "concertato". Un piccolo aneddoto: don Francesco su una cosa sola era intransigente: non voleva vedere capannelli di giovani e ragazze insieme, fuori dalla Chiesa o sul sagrato, intenti a discutere tra loro; diceva che non stava bene, anche se poi quante di queste coppie ha unito in matrimonio! Don Francesco amava molto la Madonna. Volle aprire al culto la sua Chiesa il giorno dell'Immacolata, e uno degli altari laterali lo volle dedicare alla Madonna; l'altro fu poi dedicato al Santo Patrono. Organizzò molte processioni e feste in onore della Mamma Celeste; molte volte volle guidare i fedeli per la recita del S. Rosario e per la benedizione degli ammalati alla Grotta Lourdiana, che i suoi giovani avevano costruito nell'oratorio maschile.

 

1932: il concerto di campane in Do maggiore

 

Nel 1928 volle presiedere il primo pellegrinaggio parrocchiale al Santuario di Lourdes; da allora il Comitato Unitalsi, da lui istituito, portò gruppi di ammalati con dame e barellieri alla grotta miracolosa. Organizzò anche altri pellegrinaggi ai vari Santuari Mariani: Varese, Varallo, Saronno, Caravaggio, Rho, Monte Berico Oropa, Loreto. L'ltimo suo pellegrinaggio fu a Lourdes, infermo, nel 1952. Trasportato dai suoi barellieri, volle domandare la grazia di morire in quella terra benedetta. Non guarì, non lasciò il suo corpo laggiù, ma ritornò a soffrire nel suo letto, accanto alla sua Chiesa: i suoi parrocchiani, in folla immensa, l'hanno accompagnato all'ultima dimora.

 

1932: Istituto Presentaziione e via XX

 

Il 1932 vide la inaugurazione di due istituzioni fondamentali per il futuro di questa comunità. In quell'anno venne aperto l'Asilo Presentazione, tanto desiderato dai parrocchiani: poteva ospitare trecento bambini, con tutte le comodità, e avrebbe finalmente accolto in un ambiente migliore l'oratorio femminile. Inoltre, nell'agosto dello stesso anno, giunsero in parrocchia e si stabilirono presso la chiesa, nell'antica casa parrocchiale (dove sono alloggiate tuttora), un gruppo di suore: Le piccole serve del Sacro Cuore, consacrate all'assistenza degli infermi poveri, a domicilio. Non vennero a Sesto per caso: don Giovanni Merlini, dopo aver molto lavorato per la creazione della parrocchia di S. Giuseppe, si interessò particolarmente anche alla realizzazione e alla sistemazione della "Casa delle piccole Serve infermiere" (con un suo lascito oltre all'impegno personale).

 

1935: don Elvio e coppa vinta dell'Oratorio S. Andrea

 

Solo ora possiamo dire che fu una felice intuizione. Il loro è stato un modo di entrare senza tante pretese, in punta di piedi, nell'intimità delle famiglie, portando sollievo, cure e una buona parola. Il" farsi prossimo", era da loro già da tempo attuato concretamente, con l'attenzione alla singola persona, nella sua situazione, nella sua povertà. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'aiuto ai poveri ammalati avveniva in luoghi malconci, dove pioveva nelle camere e si doveva usare l'ombrello durante l'assistenza; una suora era pronta anche presso le tende del Pronto Soccorso cittadino. Le vediamo tuttora passare queste brave suorine (le suorine delle punture), svelte e indaffarate per le strade. Il loro apostolato costituisce una presenza viva della Chiesa locale in una sua particolare necessità, che è la "Pastorale degli ammalati".

 

1936: Solenne cerimonia di consacrazione della chiesa da parte del cardinale Schuster

 

Intanto, con l'aumento demografico e i confini parrocchiali che si estendevano fino a viale Marelli, si rendeva necessaria un'altra chiesa, in quella zona. C'era in parrocchia uno zelante coadiutore, don Elvio Zenoni, tanto diligente nel dirigere l'oratorio maschile (che in onore del Card. Ferrari ne prese il nome, cioè "Sant'Andrea"), quanto bravo nelle prediche: a lui nel 1934, fu attribuito l'incarico di iniziare, in una piccola cappella, l'apostolato tra quella gente un po' distante dalla parrocchia madre. Circa quindici anni dopo la cappella divenne chiesa parrocchiale, dedicata al SS. Redentore, con primo Parroco proprio lui, don Elvio Zenoni Era il 1934, anno d'oro per la parrocchia di S. Giuseppe. Si erano appena spenti i clamori per la prima S. Messa di Padre Bossi che già un altro sacerdote prorompeva con tutta la sua vitalità: Padre Giuseppe Monti, che un anno dopo sarebbe partito per la Cina come Missionario. La chiesa parrocchiale fu consacrata a san Giuseppe, dal Cardinal Schuster, con la rituale solenne cerimonia, il 27 giugno 1936, ponendovi le rituali Crocette, nell'anno 40° di Ordinazione del Parroco, don Francesco Rigamonti. Sull'Altare maggiore, sormontato da un bellissimo Tempietto, vennero poste le reliquie dei Martiri Primo, Placido e Feliciano. All'entrata del Tempio venne murata l'epigrafe dell'Atto di Consacrazione.

 

1935: chiesa di San Giuseppe

 

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