1956 - 1965
L'AVVIO DELLA RIFORMA LITURGICA
La storia della Chiesa vede, in questi anni, l'avvicendarsi di tre papi e l'avvio di un importante riforma liturgica, che porterà all'abbandono della lingua latina durante le celebrazioni, sostituita dalle diverse lingue nazionali. La nostra parrocchia continua il suo cammino accompagnando i grandi avvenimenti con la sua piccola storia, adeguandosi alle nuove disposizioni, sforzandosi di essere sempre moderna ed accogliente per i suoi fedeli. 

anni '60: l'interno della chiesa prima della ristrutturazione

 

Passa il tempo e, dopo i suoi primi quarant'anni, anche la nostra chiesa inizia a richiedere lavori di ammodernamento e di rinnovo. Intanto nel 1956 il Comune si arrese a dotare il campanile del tanto atteso orologio elettrico, servizio utile alla cittadinanza; due anni dopo l'oratorio maschile si dotò di uno dei primi televisori! Contemporaneamente altri lavori voluti dal parroco don Egidio, continuarono a rendere sempre più bella e accogliente la chiesa: ai suoi parrocchiani donò il Battistero (inaugurato nel dicembre del 1958, opera dell'impresa edile Carlo Carmine, di Sesto), poi anche l'impianto di riscaldamento a nafta, con ventole e grate per il getto di aria calda: il costo fu di circa 4 milioni, coperti con le offerte dei fedeli e la munificenza del Cav. Valaguzza. Negli anni successivi fece rifare i confessionali degli uomini e fece infine applicare, nel 1964, dei cuscinetti in vinpelle sulle pedane della panche in chiesa; sempre in questo anno si presentarono i primi progetti per rinnovare la pavimentazione in chiesa e per un nuovo oratorio, più moderno, con relative case parrocchiali! Questo "fervore edilizio" però, non fece certo dimenticare a don Egidio l'aspetto spirituale, fondamentale nella sua missione di Pastore: fu sempre molto attento all'istruzione catechistica della domenica pomeriggio in chiesa (Vesperi e Benedizione Eucaristica); fece di tutto per riorganizzare la "cantoria" (gli piacevano molto le S. Messe cantate in Gregoriano), la biblioteca e la vetrinetta "Buona Stampa" (sostituita nel 1968 con l'attuale "Edicoletta Rivendita"; sempre numerosi e molto frequentati furono i pellegrinaggi parrocchiali ai diversi santuari mariani; curò in modo particolare le funzioni serali a maggio, per il mese mariano, e a giugno, mese dedicato al Sacro Cuore. Le consuetudini talvolta erano ben diverse da quelle cui eravamo abituati noi: per esempio, in questi anni le funzioni per le Prime Comunioni prevedevano la presenza in contemporanea di tutti i neocomunicandi (circa 190 bambini per volta)e venivano celebrate alle sette del mattino! Seguiva poi la prima colazione, offerta presso l'Istituto della Presentazione. Don Egidio, oltre che svolgere la sua paternità spirituale, aveva anche un forte spirito…sportivo. Durante le processioni, prima che il baldacchino col Santissimo lasciasse la chiesa, passava in rassegna i giovani addetti al servizio: se non erano tifosi juventini non li voleva al suo fianco, e quante volte li sostituiva! A uno scudetto vinto dalla Juventus, volle mettere la bandiera bianco nera sul finestrone più alto del campanile! Era anche un accanito giocatore di carte; alla sera, seduto ai tavolini del circolo Card. Ferrari, gli piaceva intrattenersi con i giovani, e dare inizio a delle infuocate e interminabili partite a scopa e a tresette. Attorno alla figura del parroco, riferimento sicuro della vita parrocchiale, partenze, arrivi, ordinazioni e visite pastorali movimentano il paesaggio umano che arricchisce la nostra Chiesa. Nel 1957 arrivò in parrocchia don Eugenio Carsana, in sostituzione di don Piero Pini, e la nostra suor Carla Rimoldi partì per la sua missione in Kenya. L'anno precedente erano stati ordinati sacerdoti padre Luigi Bigi, benedettino, e padre Sergio Gruppo, della Consolata, che partirà poi come missionario per la Columbia; due anni dopo riceverà l'ordinazione anche padre Valentino Tadiello, della Consolata anche lui, che nel 1960 partirà per il Kenya, accompagnato all'imbarco a Venezia da un gruppo di affezionati amici parrocchiani, guidati naturalmente da don Egidio. Il 1958 fu per noi un anno di grandi gioie: il caro parroco festeggiò tra l'esultanza di tutta la comunità i suoi primi 25 anni di sacerdozio, e il nostro monsignor Bossi, indimenticato primo chierichetto alle origini della nostra parrocchia di S. Giuseppe, fu consacrato Vescovo.

Ma la felicità della nostra piccola comunità fu turbata da un gravissimo lutto che colpì l'intera Chiesa universale: la morte del Santo Padre Pio XII, celebrata anche nella nostra parrocchia con una solenne Messa in suffragio. Il conclave elesse in sua sostituzione il "papa buono" Giovanni XXIII, mentre arcivescovo di Milano era il Card. Montini, che nel 1960 compì una Visita Pastorale nella nostra parrocchia, festeggiato da tutta la comunità, le associazioni e gli oratori.

anni '60: l'altare della Maddonna

 

Ma ben altri incarichi attendevano da lì a pochi anni il nostro Arcivescovo: nel 1963 anche l'amatissimo papa Giovanni XXIII fu richiamato dal Signore, che lo volle al suo fianco. A sostituirlo fu scelto proprio il Card. Montini, che prese il nome di Paolo VI, lasciando la diocesi di Milano alle cure del Card. Colombo. Il nuovo papa fu il promotore di una iniziativa destinata a cambiare radicalmente le consuetudini di ogni parrocchia: con un grande Concilio ecumenico diede infatti il via a una riforma liturgica che comportava l'abbandono della lingua latina durante le celebrazioni, sostituita dalle diverse lingue nazionali. Nella nostra parrocchia, nelle domeniche di febbraio del 1965, vennero spiegate le disposizioni ecumeniche sulla nuova liturgia della S. Messa, che deve essere seguita in italiano, e finalmente il 7 marzo fu concelebrata la prima S. Messa in italiano, su un altare apposito, con il sacerdote rivolto verso il popolo e non più di spalle all'Assemblea. Furono organizzati dai giovani delle associazioni, servizi di commento e di accompagnamento musicale, con i nuovi canti previsti dalla riforma liturgica. La durata della celebrazione restò più o meno invariata, ma l'effetto complessivo apparve più brillante.

 

1960: il cardinale Giovanni Battista Montini con don Egidio Cappellini, in occasione della visita pastorale

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