Corresponsabilità 29 marzo 2015
Il profumo generoso
della Pasqua...
Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, dice: – Un tale profumo! Perché non è stato venduto per trecento denari e non sono stati dati ai poveri? Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro.
Egli, essendo incaricato della cassa, prendeva per sé quello che vi mettevano dentro.
Disse allora Gesù: – Permettile di poter conservare questo gesto per il giorno della mia sepoltura.
A Betania, nella casa dell’amicizia, il gesto di Maria è il simbolo dell’eccedenza, della sproporzione, dello “spreco” di profumo prezioso.
La presenza di Gesù suscita questo gesto. Egli ne è anche l’interprete a fronte della ragionevolezza contabile espressa da Giuda.
Maria offre nardo purissimo, senza dire una parola.
Giuda, invece, ne calcola il valore indicandone una ragionevole destinazione.
La presenza di Gesù, l’amico della casa di Betania, disorienta e suscita l’autenticità del gesto di Maria – paradigma del discepolo (amato).
Offre tutto quello che è e che ha, e così viene ospitata nel mistero di Gesù, che cammina verso la morte.
Così il profumo dello spreco, dell’offerta generosa e non calcolatrice, si rivela carico di profezia, capace di futuro.
Tra essere formica e fare la cicala c’è spazio per una terza possibilità.
L’ingiustizia è lo spreco folle e nauseabondo, che “spuzza” - come ha detto recentemente papa Francesco.
L’indifferenza gli sta appresso, reggendone il sacco e rinforzandone la carica corruttiva.
Lo spreco della carità non è mai un azzardo e neppure una speculazione; semmai, abbatte il muro delle indifferenze e riduce le distanze, ma soprattutto riattiva rapporti ed apre loro nuovi orizzonti di vita.
Ciò che Maria sa, lo sa attraverso i suoi gesti, fortunata sintesi di mente e di cuore.
Nella Pasqua i gesti raccolgono il tutto; così la cena e la lavanda del giovedì santo racchiudono il significato di tutta la vita di Gesù e la sua identità più profonda e vera.
Il profumo della Pasqua non è il profumo della morte, ma quello della vita e della vita spesa e donata.
Ogni nostra casa dovrà avere lo stesso aroma della casa di Betania, perché quel profumo diventi il tesoro più prezioso delle nostre case!
Don Leone
