Corresponsabilità 31 maggio 2015
LA TRINITÀ E’ LA VITA DI DIO
La Trinità non è l’aspetto sfuggente, enigmatico o algebrico di Dio.
Al contrario, la Trinità sottrae Dio dall’ essere inteso, ma anche vissuto, quasi fosse una realtà marmorea, impassibile ed indifferente.
Se la materia è vivente, la divinità lo è molto di più, non certo di meno.
E se gli dei greci sono passionalmente disturbati dall’umano, in eterna contesa e competizione con loro, (la cosa mi viene in mente anche grazie
allo spettacolo bello ed intelligente dei nostri ragazzi delle medie sulla mitologia greca) il Dio della creazione e dell’incarnazione ha fatto dell’affezione agli uomini la meraviglia ed il cuore della sua stessa rivelazione.
Neppure il peccato è capace di distogliere il Padre di Gesù Cristo da questa misericordiosa preferenza.
Dio non ha nascosti ripensamenti sugli uomini. Così, misteriosità e mistero non sono nemmeno lontani parenti.
Il credente deve sempre daccapo segnare il passaggio e riconoscere nella creazione il grande dispendio di Dio.
Quel Dio che orna di bellezza persino i gigli del campo, e nutre gli uccelli del cielo.
Sì, la creazione poteva anche essere riempita da cose da due soldi, da materiale d’accatto, ed invece...Dio vi ha messo il suo meglio.
E, in ogni miracolo e segno di Gesù, si rinnova la settimana della creazione, fino a quel compiuto sabato nel quale i ciechi vedono, gli zoppi camminano e ai poveri è finalmente annunciata la buona notizia.
La Trinità è la vita di Dio.
Il terzo grande padre della psicanalisi, il parigino Jacques Lacan, ha un luminosissimo aforisma sull’amore: amare, scrive Lacan, è dare qualcosa che non c’è a qualcuno che non ce lo ha ancora chiesto! Non so voi, ma io non riesco a trovare sull’amore una intuizione più bella di questa.
Amare è soprattutto creare, generando più di quello che c’è, anche dal niente se è necessario.
Dio non è l’ indecifrabile, il suo mistero è bello ed ospitale, è il grembo stesso della vita.
Oggi non è la festa delle complicazioni del catechismo; noi oggi celebriamo la festa della identità affidabile di Dio e di quella relazione del Padre e del Figlio che nello Spirito santo è origine di tutte le cose.
Don Leone