Corresponsabilità 25 ottobre 2015
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
2015
Ci sono uomini e donne, preti e religiose, accumunati tutti da una fede che li spinge, in nome del Vangelo, a raggiungere fratelli e sorelle in ogni parte del pianeta.
Non c’è nessuna strategia a guidare i loro passi, né opportunità politiche o di proselitismo a consigliare le loro mete.
C’è però in tutti loro il vivo desiderio di farsi prossimo, la volontà di m
ettersi dalla parte dei poveri, spesso dei più poveri e diseredati Il tesoro della Chiesa sono i poveri, e migliaia di missionari sono parte essenziale di questa opzione, di questa irrinunciabile preferenza e testimonianza.
Essi possono abitare piccoli villaggi o brulicare per periferie di enormi megalopoli, sempre lì a combattere quotidianamente contro ogni logica dello scarto e dell’esclusione. Ma il paradosso —e ci fa sempre bene ricordarlo— è che queste Chiese, qualche volta “sgarrupate”, sono spesso più vitali e coraggiose delle sorelle Chiese d’Europa.
La fede qui non è declassata amletico dubbio, ma è coraggiosa realtà, la speranza non è un semplice e facile auspicio, ma una irrinunciabile impresa, e la carità è la forma ordinaria della convivenza.
Questi uomini e donne oggi non vivono solo di quotidiane difficoltà e fatiche, sperimentano spesso il rischio della incolumità personale, della stessa vita.
Il missionario è sempre più sulla breccia, sulla difficile linea di confine di movimenti e scontri di popoli e di religioni.
Fondamentale presidio di fede e di umanità, oggi i missionari sono nel mondo il segno di un Vangelo che non abbandona mai gli uomini in vista di migliori opportunità.
La Chiesa non si comporta alla pari di una multinazionale che cerca nuovi mercati dopo aver spremuto all’estremo quelli del passato, perché la Chiesa parla e testimonia coraggiosamente la tenerezza di Dio per ogni uomo.
Don Leone
