Corresponsabilità 8 novembre 2015
NON COME PENSI TU...
“Dunque, tu sei re?”, insiste il procuratore romano, con un misto di sorpresa e di scherno, a quell’uomo che tutti hanno lasciato solo, abbandonato alla mercé del potere terribile e schiacciante dell’Impero.
E Gesù risponde: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù » (Gv 18, 33-38).
Che il suo Regno non sia di quaggiù non significa che sia un regno sopra le nuvole: in questo senso il Regno di Dio sarebbe qualcosa di semplicemente irrilevante e fantasioso, l’illusione a buon mercato per i falliti della storia.
La contestazione che Gesù compie in nome di Dio è, invece, sconvolgente.
Gesù centra la questione e spezza il legame fra potere e regno, quel legame instaurato e difeso dalla forza dalle legioni militari ed ancora prima dalla pressione degli interessi economici.
Legame indiscusso, giacché ogni contestazione, anche la più rivoluzionaria, non rompe mai il legame che c’è fra il potere e il regno.
Chi combatte il potere, combatte il potere dell’altro e pretende un potere per sé.
Il regno è dunque l’obiettivo del potere, la sua conquista e la sua localizzazione.
E’ di tutta evidenza: in quel regno lì c’è proprio quel potere lì: politico o religioso, di destra o di sinistra, progressista o conservatore che sia...
Il regno è la sfera di influenza di un potere, quella zona nella quale quel potere ti raggiunge e condiziona, che tu lo voglia o no.
Il regno è tutto ciò che ti fa suddito, burocrate, leader o giullare di un potere.
Ora “voi sapete—dice Gesù ai suoi— che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere.
Piccolo o grande che sia, il potere esercita sempre una straordinaria forza seduttiva.
Ecco perché Gesù dice “Fra voi però non è così; chi vuol essere grande fra di voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi si farà il servo di tutti.
Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”(Mc 10, 43).
Il Figlio dell’uomo compie la regalità del servizio che spezza finalmente il binomio potere e regno.
Il Regno di Dio non è un nuovo potere, neanche trascendente.
L’equivoco è tolto per sempre: Dio è solo carità!
Don Leone