AMMALATI
"La vitalità e lo spirito evangelico di una comunità parrocchiale si misurano dall'attenzione che essa offre agli infermi della parrocchia stessa; la sollecitudine per i sofferenti costituisce per una comunità cristiana una delle credenziali più convincenti per essere una vera comunità di fede, di carità e di fedeltà a Cristo" (Giovanni Paolo II, intervento in una parrocchia 21.5.1982)
Pur avendo ben presenti le difficoltà ad impostare e attuare una pastorale del malato realmente comunitaria, efficacemente evangelizzante e concretamente adeguata ai bisogni di tutti, occorre dire che l'attenzione agli ammalati e anziani impossibilitati ad uscire è viva nella nostra parrocchia.
Hanno contribuito a questo soprattutto il movimento della Terza Età, che fin dal suo inizio si è attivato in tal senso e l'istituzione, nel 1997, dei primi quattro ministri straordinari della Santa Comunione che visitano i malati nelle loro case, portando il conforto dell'Eucarestia.
Come si esprime organicamente e concretamente questa attenzione?
Le persone ammalate, impossibilitate ad uscire di casa, di cui si ha notizia (per segnalazione dei parenti, del cappellano dell'ospedale, per conoscenza diretta...)
- Ricevono la visita del sacerdote più volte l'anno e da un ministro della Santa Comunione quando lo desiderano.
- In occasione della Pasqua e del Natale a tutti vengono portati il biglietto che il Cardinale scrive per loro, gli auguri dei sacerdoti e della comunità.
- I ragazzi delle Medie, ove opportuno, in piccoli gruppi, accompagnati dagli educatori, visitano gli ammalati portando gli auguri e un piccolo dono preparato da loro.
- Momenti di amicizia, piccoli servizi, telefonate di compagnia si effettuano ad opera di volontari prevalentemente della Terza Età e dell'Unitalsi.
Un appuntamento annuale importante è la Giornata Mondiale del Malato - richiamo per tutti gli uomini alla consapevolezza della loro condizione di fragilità e infermità - che si celebra l'11 di febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, della quale il Papa stesso aveva precisato le finalità: -- sensibilizzare il Popolo di Dio, le molteplici istituzioni sanitarie e la stessa società civile alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi;
- aiutare chi è malato a valorizzare sul piano umano e soprannaturale la sofferenza;
- richiamare l'importanza della formazione spirituale e morale degli operatori sanitari;
- far meglio comprendere l'importanza dell'assistenza religiosa agli infermi da parte dei sacerdoti diocesani e regolari, nonché di quanti vivono e operano accanto a chi soffre.
Ogni anno, in questa occasione si celebra l'Eucarestia, in chiesa, e vi si accompagnano tutti quelli che lo desiderano.
A livello decanale:
un'iniziativa che sta nascendo e che andrà organizzata è la collaborazione con il Cappellano dell'ospedale per favorire un continuo e costruttivo rapporto tra ospedale e parrocchie.
Infine, la presenza delle "suore degli ammalati", le piccole serve del Sacro Cuore, significativa per tutto il territorio di Sesto ma in modo particolare per la comunità di san Giuseppe, abituata a vederle percorrere le sue strade, è sempre stata richiamo a riconoscere nel malato la presenza di Cristo sofferente.
Ci piace pensare che l'impegno che la parrocchia cerca di vivere con gli ammalati e gli anziani costretti a casa sia, un po', anche frutto del loro carisma.