Corresponsabilità 25 settembre 2016

UN NUOVO INIZIO

 

La vocazione non cresce nel campo delle possibilità della vita, ma in quello delle sue urgenze.
La vocazione, infatti, urge, spinge, sollecita, insomma non ci lascia in pace.
C’è qualcosa nella vita che fortunatamente urge, non si lascia facilmente differire, come se tutto potesse essere fatto in un tempo facoltativo e ulteriore.


C’è un “adesso” della vocazione che ha la forza potente di un inizio.
La vocazione ci chiama in causa, mi dice che io c’entro nelle cose della vita.
Il grande peccato non si limita a fare il male, ma prosegue fino a dire “io non c’entro, non è colpa mia!”.
La storia dell’umano inizia con questo terribile diniego: sono forse io il custode di mio fratello?
La vocazione è l’esatto contrario, ci fa dire “Io ci sono”, “Eccomi”, “Manda me”.
A partire da queste premesse, vorrei allora esprimere degli auguri personalizzati.
Ai cresimandi, anzitutto, auguro che lo Spirito che riceveranno prossimamente in dono diventi in loro una forza che li spinge a vivere la vita come Gesù.
E’ Gesù la forza delle nostre decisioni vere ed autentiche.
Così, riceverete lo Spirito di Gesù per non dimenticarvi di Gesù nella vostra vita, ma per accorgervi di lui e vedere in mezzo a voi i suoi gesti di salvezza.
Alle catechiste e agli educatori dell’Oratorio auguro di diventare sempre più una Comunità educante, che prima di un’organizzazione di compiti e di lavoro è uno stile e una mentalità.
Nessuno si pensi educatore da sé solo, staccato ed indipendente dagli altri.
C’è un protagonismo che si trasforma facilmente in solitudine e mancanza di collegamenti.
Solo Insieme educhiamo, in una rinnovata capacità di condivisione e di messa in comune di capacità, di sguardi, di impegno.
A me stesso, per non chiamarmi fuori da parole impegnative, auguro di avere occhi di fede per scoprire tutto il bene che c’è nelle persone e discernere una via capace di urgere il cammino della nostra Comunità parrocchiale.
A tutti auguro un anno bello nel quale non ci accontentiamo di ripetere cose o spremere occasioni fino al loro inevitabile esaurimento (il banchetto di Cana resta un esempio), ma conserviamo animo per un vino nuovo che la gioia che il Vangelo mette miracolosamente nelle nostre vite.
E a tutti, buon cammino.

Don Leone

 

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