Corresponsabilità 8 gennaio 2017
OLTREPASSARE
IL CONFINE...
Appena battezzato e uscito dall’acqua, si separarono per lui i cieli ed Egli vide lo Spirito di Dio discen-dere come una colomba e venire sopra di lui (Mt 3, 16)
OLTREPASSARE
IL CONFINE...
Appena battezzato e uscito dall’acqua, si separarono per lui i cieli ed Egli vide lo Spirito di Dio discen-dere come una colomba e venire sopra di lui (Mt 3, 16)
QUEL ATTESA CHE GENERA FUTURO
Solo chi attende il Signore è capace di apprezzare l’istante presente, di conoscerne il significato e viverne la ricchezza.
Sa infatti collocare questo istante nella sua esatta prospettiva. Sa scorgerne il legame con la venuta del Signore.
L’attesa gli apre gli occhi e gli fa vedere gli uomini così come sono nella loro realtà profonda.
Per chi attende Gesù, ogni istante si dilata e si illumina.
UNA DIVERSA MONDIALITÀ
PICCOLI PENSIERI NELLA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
“La mia casa è il mondo” è diventata un’espressione semplicemente turistica!
Avere i confini del mondo, sebbene rischi quasi sempre di trasformarsi in una pericolosa iperbole, uno spot ad effetto, significa accettare di essere sfidati dal mondo.
UN NUOVO INIZIO
La vocazione non cresce nel campo delle possibilità della vita, ma in quello delle sue urgenze.
La vocazione, infatti, urge, spinge, sollecita, insomma non ci lascia in pace.
C’è qualcosa nella vita che fortunatamente urge, non si lascia facilmente differire, come se tutto potesse essere fatto in un tempo facoltativo e ulteriore.
PER INIZIARE
PERCHÉ CI DEVE ESSERE SEMPRE
UN NUOVO INIZIO
E’ una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i tuoi sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito.
E’ una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro ti è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto.
PRETE PER AMORE
Sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
(Lettera ai Filippesi, 1, 6; 9-12)
IL POPOLO DEL CAMMINO
Il pane del cammino genera in ogni tempo un popolo itinerante, con la vocazione irrinunciabile del cammino, mai definitivamente sedentario.
E un popolo itinerante sarà certo un popolo più indifeso, ma anche meno immunizzato ai problemi, più adatto a resistere alle irrefrenabili paure per le drammatiche sfide della storia, e più sensibile agli spostamenti planetari di popoli e di genti.
CHI VEDE ME VEDE IL PADRE
Nel Figlio si fa visibile il Padre: è il cuore della Rivelazione.
Mi domando se valga anche per noi, figli e padri, chiamati a ritrovare questo fondamentale rapporto in un contesto epocale che vive il travaglio delle relazioni e, soprattutto, la loro difficoltà a durare nel tempo.
Abbiamo bisogno anzitutto di capire che conservare un rapporto non significa certo lasciarlo immodificato, uguale a sé stesso.
Paradossalmente, in questa civiltà di rapidissimi cambiamenti, noi fatichiamo più che in passato a coglierci in un divenire, ad accettare passaggi e svolte della nostra identità.
Così i figli cercano sempre più spesso i padri con fantasia nostalgica, e sempre meno con capacità realizzatrice del rapporto.